giovedì 12 giugno 2008

La storia di Anzio

Nell'antichità Antium fu per un lungo periodo capitale della popolazione dei Volsci, finché non fu assorbita nello stato romano. La città ospitò Cicerone, quando, tornato dall'esilio, vi riorganizzò i resti delle sue biblioteche, desiderando metterli in un posto sicuro. I romani più eminenti vi costruirono bellissime ville in riva al mare. Gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia la visitavano frequentemente e Mecenate vi possedeva una villa. Ad Antium nacquero gli imperatori Caligola e Nerone. Quest'ultimo fondò una colonia di veterani in città e costruì un nuovo porto, le cui rovine sono tuttora esistenti. Resti di ville romane sono numerosi lungo tutta la costa: opere d'arte come la Fanciulla di Anzio, Il Gladiatore Borghese, oggi al Louvre di Parigi e l'Apollo del Belvedere, conservato in Vaticano, furono tutte rinvenute in dimore patrizie dell'antica Antium. Fra queste ultime la più celebre fu quella di Nerone che non può tuttavia essere identificata con certezza, sebbene sia generalmente posta nei pressi del cosiddetto Arco Muto, dove tuttora si trovano le rovine di un teatro. La dimora dell'imperatore si estendeva sul Capo d'Anzio lungo una fascia costiera di circa ottocento metri e fu edificata sul sito di una precedente villa dove Augusto aveva ricevuto una delegazione da Roma per essere acclamato Pater Patriae. Nerone volle erigere una villa degna, per dimensioni e magnificenza, del suo status di imperatore. Dopo la morte di Nerone, tutti i Cesari romani la utilizzarono fino ai Severi. Del famoso tempio della Fortuna, citato da Orazio nelle Odi, non rimane traccia. L'antico centro di Lavinium, il cui mitico fondatore sarebbe stato Enea, non ha nulla a che vedere con l'attuale Lavinio che sembra si trovasse invece nelle immediate vicinanze dell'Aeroporto di Pratica di Mare, appartenente oggi al territorio comunale di Pomezia. La località è ubicata sul medesimo litorale, ad una ventina di chilometri a nord di Anzio, quindi più prossima a Roma.

Età medievale e moderna

La città decadde a seguito delle invasioni barbariche (V secolo), riducendosi con i secoli ad una borgata abitata da un limitatissimo numero di famiglie. Nel 1348, non lontano dal centro abitato, fu combattuta, fra genovesi e veneziani, una celebre battaglia navale che si risolse con la vittoria di questi ultimi. Alla fine del cinquecento, papa Clemente VIII diede disposizioni a mons. Bartolomeo Cesi di salvaguardare lo scarso patrimonio edilizio della borgata. Un secolo più tardi, nell'ultimo decennio del seicento, per volontà di Innocenzo XII fu ricostruito il porto che diede l'avvio a una notevole ripresa economica del paese protrattasi durante tutto il XVIII secolo.

Età contemporanea

Attorno alla metà dell'ottocento, con l'avvento al potere di Pio IX, Anzio conobbe un nuovo sviluppo urbano, determinato anche dalla costituzione della cittadina in comune autonomo (1856). Nel 1870, seguendo le sorti dello Stato della Chiesa, cui apparteneva, fu definitivamente integrata nel Regno d'Italia. Negli ultimi decenni dell'ottocento e nei primi del novecento, Anzio acquistò le connotazioni di un elegante centro balneare, meta di soggiorno di alcune note famiglie dell'aristocrazia e dell'alta borghesia romane. Il 17 novembre 1939 fu unita amministrativamente a Nettuno andando a formare l'agglomerazione di Nettunia, ma cinque anni e mezzo più tardi, ancor prima del termine della seconda guerra mondiale, se ne separò (3 marzo 1945).

Lo sbarco alleato

Anzio è conosciuta internazionalmente per essere stata teatro di una delle più celebri azioni della seconda guerra mondiale, lo sbarco che da lei prende il nome. Il giorno 22 gennaio 1944 gli eserciti alleati iniziarono a sbarcare in un'ampia fascia costiera che andava da Tor San Lorenzo, oggi frazione di Ardea, fino a Torre Astura, nel territorio comunale di Nettuno. Anzio rappresentò tuttavia il perno di tutta l'operazione e fu anche il centro abitato che subì più danni. Oltre alle vittime civili, gran parte del patrimonio edilizio della città andò distrutto o semidistrutto. Lo sbarco si protrasse anche nei giorni successivi ed ebbe termine solo il gennaio, quando approdarono le ultime unità anglo-americane. In totale sbarcarono oltre centomila uomini con una gran quantità di materiale bellico. I tedeschi, colti di sorpresa, iniziarono a reagire energicamente solo tre giorni dopo l'inizio dell'azione, quando si era già costituita una solida testa di ponte attorno ad Anzio e zone limitrofe. Tuttavia l'obiettivo di una rapida conquista della capitale, che aveva spinto gli Alleati a progettare lo sbarco, non fu raggiunto. Roma, situata a soli cinquanta chilometri di distanza, o poco più, fu, infatti, liberata solo quattro mesi e mezzo più tardi, il 4 giugno 1944.

da www.wikipedia.org

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