sabato 6 giugno 2009

Anzio: Serata Futurista.











Ho partecipato con grande gioia, giovedì 28 maggio 2009, alla presentazione dell’ultimo libro di Giordano Bruno Guerri, presso la Sala degli Specchi del Paradiso sul Mare di Anzio. Guerri è un uomo, uno storico del fascismo che si autodefinisce un anarchico di destra, una personalità che ha subito catturato la mia curiosità, una persona vivace che emana grande forza caratteriale, passione, una vera forza della natura. Moderatore dell’incontro è stato l’avvocato Stefano Bertollini, accompagnato dal figlio diciottenne Paolo, che ha magistralmente scritto la recensione del libro. Paolo Bertollini è un giovane che percorrerà molta strada avendo ricevuto anche elogi da parte di Guerri, che secondo il mio modesto parere, non è una persona molto incline ai complimenti, tanto per farli. Era presente anche il dr. Roberto Rossetti, vice direttore di TG1 della Rai, che ha ben esposto il problema tutto italiano per il quale i giovani di destra difficilmente riusciranno a ritagliarsi uno spicchio nel mondo dell’intrattenimento culturale. L’ultima fatica di Guerri è il saggio che illustra la vita di Filippo Tommaso Marinetti, un FUTURISTA, ma non solo, un uomo lungimirante che vedeva oltre le apparenze, dotato, forse, quasi di preveggenza negli anni ‘20 e ‘30 lui parlò del mondo, come sarebbe diventato, come si sarebbe articolato nel futuro, proprio com’è adesso; si dice di Marinetti che fosse un maschilista che disprezzava le donne, ma le uniche che non amava erano quelle dipinte dal Fogazzaro, dal Manzoni, dal D’Annunzio; donne, tra loro sia pur diverse ma icone del loro tempo. Nel bel mezzo della “Belle Epoque” Marinetti parlava di donne libere e liberate, non più schiave dei ruoli da sempre loro assegnati, maternità, lavori domestici, mogli devote e silenziose, o donne di piacere, lui aveva predetto che nel futuro il mondo sarebbe stato anche delle donne, con le stesse impegnate in compiti di primo piano sia in politica sia nel lavoro sia nella società, predisse l’avvento del movimento dadaista e del surrealismo, l’ultimo grande sconvolgimento nel mondo culturale si era avuto 400 anni prima con l’avvento del rinascimento dopo i lunghi anni bui del medio evo. Il futurismo, non è mai stato profeta in patria, nacque proprio in Italia nel 1909, ma fu portato in auge ai tempi del fascismo quindi quello che tutti ci avrebbero invidiato, da noi fu guardato con sospetto quasi sarebbe stato un movimento di “regime” un’estensione artistica del fascismo, un’apologia del ventennio. Giordano Bruno Guerri ben sa esporre sia il concetto di futurismo sia il pensiero filosofico di Filippo Tommaso Marinetti, uomo di grande personalità, un ardito. Un uomo il Marinetti, dotato di forte personalità come il Guerri che ben lo ha saputo descrivere nel saggio. Giordano Bruno Guerri, ha preso la parola e ben si è saputo esprimere raccontando la solitudine del lavoro dello storico, non si può chiedere conferma a nessuno perché sono tutti morti, in ultimo un breve momento di tenerezza ci ha parlato della gioia provata nella mattinata sulla spiaggia con il suo bimbo di due anni a rotolandosi nella sabbia. La serata è proseguita con la rappresentazione di un balletto futurista dell’Associazione Danza “Fuoricentro” di Nettuno, interpretato da Simona Crivellone e Diego Armillei, la rappresentazione si è articolata in due parti, nella prima i ballerini vestiti con una tuta bianca con occhiali hanno ballato al suono di musiche molto ritmate, ed hanno espresso forza e fatica, nel secondo dopo essersi liberati degli orpelli, con indosso solo dei costumi, hanno ballato con musiche più dolci, usando dei colori vivacissimi posti in piccole ciotole si sono dipinti il corpo a vicenda usando le mani ed hanno inferto macchie di colore su una grande tela. Quello che io ho percepito è stato nella prima parte come la fatica ad emergere, come una sorta di gestazione, come di un bozzolo di cui liberarsi, nella seconda dopo essere riusciti ad emergere la gioia di vivere di affermarsi, il tripudio di suoni e colori, la gioia della vita. Non si può aggiungere altro, solo di leggere il libro, se riuscite a trovarlo nelle librerie, visto l’enorme richiesta.

Silvia Pili

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