mercoledì 16 febbraio 2011

"Capoccione", pescatore di Anzio ci ha lasciato.


Caro papà ti scrivo perchè parlarti non è più possibile, questo è il modo per non dimenticarti, sono solo parole, è successo tutto così in fretta troppo veloce per capire. Era il 2 gennaio, quando arriva la telefonata che tu stavi male, e venendo da te in Spagna ho capito che non ce l’avresti fatta papà, e tutto il mondo mi è crollato addosso. Alcuni mi dicono di provare a sorridere e farmene una ragione, a non chiudermi in me stessa, altri però mi capiscono e gli dispiace, e cercano di consolarmi. Nessuno sa come mi sento veramente! In un secondo tutta la mia vita è cambiata, e adesso cosa faccio senza di te papà? Mi spieghi cosa faccio? Non riesco a pensarci adesso, non ci sarà più un momento insieme con te papà. Ci sto provando a non chiudermi in me stessa e so che ho mio figlio che mi dà la forza per tirarmi su. Io devo farcela papà, per andare avanti; da quando ero piccola mi hai sempre voluto bene, non mi hai mai fatto mancare nulla ed ora eccomi qui ad andare avanti con le mie gambe; so che incontrerò delle difficoltà, qualche volta cadrò e mi rialzerò, perchè sappi papà che, quando una persona che se ne va se è importante, in realtà non se n’andrà mai! Tu sarai sempre con me papà! Quando qualcuno se ne va, i ricordi restano nel cuore di chi rimane quaggiù! Bisogna far parlare il silenzio perchè, a volte, è inutile cercare un senso nella vita. Addio papà, sei stato un grande uomo, un grande padre ed un gran lavoratore. Tu sarai sempre con me e nel cuore dei pescatori e della gente di Anzio che ti ha conosciuto come “Capoccione”. Mi manchi da morire papà, ti voglio bene. Tua figlia Annalisa.

Nessun commento: