martedì 20 ottobre 2009

ANZIO: GABRIELE ADINOLFI REPLICA AI COMUNICATI DI RIFONDAZIONE.

Perché tanta sorpresa se, insieme ad un ex comandante delle Brigate Rosse, a onorare la memoria di Che Guevara è stato un fascista come me? Non ha molto senso il disappunto che riscontro leggendo i comunicati di Rifondazione di Anzio e Nettuno che attestano che non solo chi li ha scritti non era presente il 7 ottobre all’Ex Saragat, ma non ha letto il libro di cui si parla. RC di Anzio scrive infatti: “Stavolta l’hanno sparata più grossa e, in L’altro Che, gli fanno scrivere addirittura che il Comandante Guevara non era affatto di Sinistra, ma mito e simbolo della destra militante”. Il che è privo di fondamento perché il libro non sostiene nulla di tutto ciò ma ripercorre, con meraviglia, la storia di fascisti doc che sostennero il Che anche prima della morte, come il generale Peron, o che l'onorarono immediatamente dopo, come l'Orologio, la Federazione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana o il Bagaglino, che compose la primissima canzone per Guevara o il repubblichino Adriano Bolzoni che girò il primo film in suo onore. RC di nettuno fa un discorso più compiuto e non privo di sostanza ma commette anch'essa alcuni errori. Sbaglia quando per esempio scrive: “Gli organizzatori dell’iniziativa sostengono che in realtà Ernesto Guevara De La Serna detto il Che sia una figura da idolatrare dall’estrema destra, e che in effetti il Che comunista e internazionalista, sia un luogo comune, un pigra falsità e che la storia fin qui scritta sulla vita e l'azione politica di Guevara sia incompiuta e bugiarda”. Abbiamo detto esattamente il contrario, che Che Guevara fu un comunista serio e da onorare. E’ lecito, nella logica da cui parte, il successivo quesito: “Nei comunicati di presentazione del libro leggiamo altresì che movimenti della destra radicale di alcuni paesi europei inneggiano al Che come rivoluzionario che ha combattuto contro l'imperialismo al fianco degli oppressi. Vero. A questo punto sorge un dubbio: la destra radicale, che rivendica esperienze come il fascismo in Italia e il nazismo in Germania, come fa ad avere come modello un uomo che si batteva contro l'oppressione dei popoli e per l'abbattimento del capitalismo attraverso la costruzione della società comunista?” Il fatto è che la conferenza è servita appunto a dare la risposta, bastava partecipare anziché liquidarla per partito preso...Chi voglia può sempre ascoltare la stessa risposta sulla webradio RBN. Non ha molto senso la chiusura, che è la seguente: “Ci dispiace per voi piccoli neobalilla, QUESTA NON E' LA VOSTRA STORIA”. A parte la gentilezza, che ho apprezzato, di ringiovanirmi, voglio rammentare che la storia non è di qualcuno ma è. Se un personaggio è grande, è grande al di là delle etichette che, tra l'altro, non hanno mai fatto crescere i nani. Ribadisco che nessuno ha preteso di negare che Che Guevara fosse un comunista visto che lo affermava lui. Anzi ho personalmente deriso chiunque provi a decomunistizzarlo citando proprio gli esempi grotteschi dei professori universitari comunisti che in passato sostenevano che Pirandello fosse “un marxista senza saperlo” o “un comunista che s'ignorava perché i tempi non erano maturi” e sorvolavano sulla sua adesione al partito fascista. Il Che era un grande comunista. Questo però non fa di ogni comunista un possessore del Che. Dovrebbero chiedersi, i comunisti, non tanto se Guevara appartiene loro ma se loro sono all'altezza del Che. Altrimenti ne faranno sempre e soltanto un'icona da marketing capitalista. Anziché scandalizzarsi perché le celebrazioni dell'anniversario della sua morte eroica – sempre in presenza di personaggi politici di sinistra, quale il direttore Sansonetti e l'a lungo dirigente ravennate di RC Morani - siano stati organizzati da ambienti di destra radicale, forse dovrebbero chiedersi per quale pigrizia mentale si siano dimenticati di organizzarli loro. In ogni caso dovrebbero essere contenti che sia tributato onore a un uomo che se lo merita anche da parte di chi non ha motivazioni claniche o di parrocchia per farlo a prescindere. Nulla di dovuto ma se ne sente seriamente il dovere!

Gabriele Adinolfi

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