In occasione dei 150 anni dell’Autonomia Comunale di Anzio (1857-2007), concessa da Papa Pio IX nel giugno 1856 con decorrenza 1 gennaio 1857, l’Amministrazione Comunale ha promosso la stesura di un testo che racchiude l’intera storia della Città. Il Volume “STORIA DI ANZIO”, scritto dal professor Clemente Marigliani, raccoglie le vicende della Città di Anzio, dal V secolo A.C. sino alle soglie del 2000, per fornire agli studenti, agli appassionati, ai cittadini, ai turisti ed ai cultori della materia la possibilità di una visione organica degli eventi di una “gloriosa storia”. Venerdì 6 febbraio alle ore 17.30, all’interno del Museo Civico Archeologico di Anzio – Villa Adele, la pubblicazione sarà presentata ufficialmente alla presenza dell’Autore, del sindaco, Lucano Bruschini, dell’Assessore alla Cultura, Umberto Succi, del Senatore, Candido De Angelis, del Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Tor Vergata, Rino Caputo, del Direttore dell’Archivio di Stato – Roma, Luigi Londei e del dott. Alessandro Jaja dell’Università La Sapienza di Roma. “Il volume - ha scritto il sindaco Bruschini nella presentazione dell’opera - ricostruisce la mappa delle opere d’arte che, da Anzio, sono state disseminate nei vari musei italiani e stranieri ma, soprattutto, ripercorre le vicende di una città più volte distrutta e sempre ricostruita che ha sempre avuto con il mare un rapporto inscindibile. Proprio la vicenda del porto, al centro di discussioni e polemiche dopo la sua inaugurazione nel 1700, è trattata dal professor Marigliani insieme ai vari progetti che hanno visto nascere e morire tutta una serie di propositi tesi a rilanciare il bacino portuale. Auspico – conclude il Sindaco - che il nuovo progetto sia l’occasione per il rilancio di Anzio e per il nuovo Rinascimento della Città. L’importante pubblicazione – dice l’Assessore alla Cultura del Comune di Anzio, Umberto Succi – costituirà uno strumento fondamentale per promuovere, nelle varie Borse e nei vari appuntamenti di settore, la nostra storia ed i nostro ricco patrimonio archeologico”. Di seguito si elencano i periodi storici trattati nella pubblicazione “Storia di Anzio”.
Le origini dell’antica Antium si perdono nei miti della fondazione, tipici dei popoli latini. Attraverso il suo primo porto il Caenon i navigatori anziati si spinsero verso lontane mete sino a quando, venuti in contatto con i Volsci, si resero protagonisti di una orgogliosa resistenza contro l’avanzata romana che vide la capitolazione della Città e la distruzione del suo porto nel 338 A.C. La storia di Antium da quel momento si legava con la storia di Roma. La Città si popolava lungo tutta la costa di splendide ville sul mare. Divenne luogo prescelto dall’aristocrazia romana, Cicerone (106 a.C.- 43 a.C.) da Antium e da Torre Astura vergò numerose lettere. Ma soprattutto importante fu la frequentazione della famiglia Giulio-Claudia. Ad Antium nacquero Caligola imperatore romano (37-41 d.C.) e Nerone imperatore (54-68 d.C.) che dotò la città del celebre porto neroniano. Tra gli imperatori che frequentarono o si prodigarono per abbellire Antium ricorderemo: Domiziano (81-96), Adriano (117-138), Antonino Pio (138-161) e Commodo (180-192). Nel IV secolo la Città divenne Sede Vescovile, ma con la decadenza dell’Impero Romano Antium declinava inesorabilmente e dopo una breve parentesi come domus-culta si eclissava; contemporaneamente veniva depauperata di splendide opere d’arte o peggio usata come deposito dove prelevare e recuperare materiale pregiato da riciclare nelle più disparate costruzioni. Nel XVII secolo il territorio venne prediletto dai cardinali Cesi e Costaguti (poi Pamphilj) che vi costruirono le loro ville. Finalmente, nel 1697, Papa Innocenzo XII (1691-1700) decideva la ricostruzione del porto. In conseguenza di ciò sorgevano anche le ville dei cardinali Albani e Corsini cui seguirono gli insediamenti delle famiglie Borghese, Aldobrandini e Mencacci. Lentamente intorno al porto si ricostituiva una piccola comunità, inizialmente formata di pescatori che provenivano soprattutto da Gaeta e da tutta la costa meridionale: Sorrento, Pozzuoli, Torre del Greco, Napoli, Ercolano, Baia, Capri e persino dalla Sardegna e dalla Corsica. In definitiva una comunità di stranieri, estranei allo Stato Pontificio, provenienti dal Regno di Napoli (da cui spesso fuggivano per sottrarsi alla leva), dal Regno Sardo, dalla Francia, per non parlare dei numerosi forzati che ad Anzio mettevano su famiglia. A Francesco Lombardi va il merito di aver contribuito con le sue opere a far sì che i nuovi arrivati si sentissero gli ideali continuatori dei Tirreni, dei Volsci, e dei Romani. Il riconoscimento da parte di Pio IX (1846-1878), nel 1857, dell’Autonomia Comunale di Anzio aveva finito per suggellare la legittimità di un sentimento che nel tempo si era radicato. In definitiva la piccola comunità, raccolta intorno ai racconti, agli articoli ed ai libri di Francesco Lombardi, riuscì a realizzare quello che Pietro Scoppola scriveva nel suo ultimo straordinario libro: «Un’identità da ricercare non in solitudine ma nel rapporto con amici più maturi, che avvertivano un’analoga esigenza, e con i grandi del passato». Il volume “STORIA DI ANZIO” evidenzia le opere d’arte prelevate nel tempo dall’antica Antium e disseminate nei più prestigiosi musei del mondo. Una particolare sezione è dedicata ai numerosi progetti per un nuovo porto che si sono succeduti dal 1857 al 2000. Infine oltre alla puntuale segnalazione delle fonti storiche antiche e moderne il volume contiene la riproduzione di numerosi documenti di archivio che lo rendono particolarmente affascinante.
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