sabato 16 novembre 2013

Alla scoperta di Villa Zitelli ad Anzio.



Ad una copia bronzea del “Mercurio volante”, di Jean de Boulogne, detto Giambologna, fanno corona i più grandi. Secolari residui della macchia mediterranea che avvolgeva, “ad illo tempore”, Capo d’Anzio, facenti parte del più vasto parco di Villa Adele, smembrato agli inizi del’900, dal taglio di Viale Paolini e dalla colonizzazione urbana. Villa Zitelli, in pratica a due passi dalla piazza centrale di Anzio, si può definire anche “Villa delle anfore” o, durante la loro piena fioritura “Villa dei glicini e dei gerani” che s’annunciano già dall’ingresso e ne caratterizzano l’immagine più immediata insieme con le palme delle Canarie ed agli elci; anche se rimane difficile una ripresa d’insieme, la villa evidenzia una raffinata e, nello stesso tempo, sobria eleganza che la fa inserire di diritto nel novero delle ville del primo novecento.  L’architetto, mentre ci obbliga a soffermarci su quei particolari che si vanno discoprendo riesce a contemperare e stilizzare alle moderne evocazioni seicentesche, di maniera, con tensioni classicistiche. Su di un paramento murario liscio s’inscrivono finestrature ad arco spezzato con protome a tutto rilievo, monotono con lesene toscane o frontonate con concio in chiave e, come prese di luce, pur in stile quelle di sottogronda. In alto la scritta con riferimento ai classici, ed in una nicchia una statua femminile offerente; sul portone d’ingresso uno scudo araldico su cornucopie con le iniziali del nuovo proprietario “T.O.”: una stilizzazione di sapore deco. Tra i rari reperti, di un gruppo scultoreo ai piedi di una statua con tartaruga un’accurata acconciatura ed un particolare di capitello ionico. Si potevano ammirare pitture murarie di Pasciuti; ristrutturata dall’arch. Mastrella, l’interno s’avvale di magnifici lavori dell’artista Tinello, magico interprete del “trompe d’oeil”. Il tipo di trattamento cromatico è noto come “color dell’aria”, quando i profili facilmente di perdono appunto in dissolvenze atmosferiche, complice il colore ceruleo del cielo. L’avv. Giuseppe Zitelli, rappresentante laico della “Commissione pontificia per le cause di canonizzazione”, aveva effettivamente aperto ai più la sua casa, come recita il motto dell’architrave d’ingresso; assidui frequentatori della sua villa erano l’avv. Guidi, la marchesa Rappini, la contessa Brunori e la famiglia Ajmone Cat. (Notizie tratte da “I profumi ed i colori della villeggiatura elegante” di Cesare Puccillo, edizioni Centro Studi Anziatini – Centro Studi Neptunia. Foto Borgato).

Nessun commento: