Il 22 luglio è stato presentato, al teatro di Villa Adele in
Anzio lo spettacolo "Cassiopea, una notte sotto le stelle"; particolarità
dello spettacolo: la doppia lingua. Lo spettacolo è stato preparato sia in
lingua italiana sia nella lingua dei segni italiana. La lingua dei segni
italiana è stata riconosciuta
ufficialmente dalla Regione Lazio lo scorso 6 maggio 2015 aprendo in questo
modo le porte alla comunità sorda che finalmente può iniziare a uscire da casa
ed assistere a uno spettacolo in teatro. Uno spettacolo che ha visto
protagonista la televisione. Dai suoi inizi del 1954 fino ai nostri giorni. Coreografa
la stupenda e bravissima Giovanna Rinaldi che ha creato coreografie a dire poco
meravigliose. Gli spettatori più anziani hanno rivissuto canzoni della loro
epoca (da Dove vai bellezza in bicicletta, ai ricordi del mitico carosello, ai
primi quiz condotti dal mai dimenticato Mike Bongiorno). Abbiamo rivissuto i
mitici anni 60, le prime Fiat, gli esordi di un giovanissimo Gianni Morandi,
per passare poi alla guerra del Vietnam, guerra che ha colpito e lasciato un
vuoto profondo in tanti ventenni dell'epoca in tutto il mondo. Portate in scena
le prime canzoni dei Beatles, il mito Lucio Battisti. Abbiamo rivissuto la
nascita dei primi juke box, quando i giovani si riunivano, sceglievano un disco
e iniziavano a ballare guancia a guancia. Poi gli anni 80, le prime serie Tv, i
primi serial televisivi che tenevano incollati milioni di spettatori davanti la
Tv. Per arrivare poi al karaoke condotto da un giovane Fiorello che ha iniziato
a far cantare in piazza gli italiani e noi del pubblico siamo entrati
magicamente in quella scatola magica cantando insieme con loro. Emozionante
quando la coreografia ha portato in scena il pezzo struggente del film "La
vita è bella" del premio oscar Roberto Benigni: l'abbraccio tra madre e
figlio quando si ritrovano. Impossibile non lasciar cadere una lacrimuccia
davanti a una scena così toccante. Uno spettacolo nello spettacolo. Bellissime
le coreografie, stupendi i costumi. Ciascuno di noi ha ritrovato una parte di sé,
magari di quando era bambino e per un attimo siamo tornati indietro nel tempo. Fino
ad arrivare ai giorni nostri: Internet, l'era della comunicazione globale. Oggi
si comunica in modo veloce. I sentimenti hanno perso poesia. Ci si innamora, ci
si lascia, ci si scrive in un click. La poesia, la magia di ricevere quella
lettera di un nostro innamorato, le parole. L'arte del corteggiamento
inesistente. I valori dei nostri nonni ormai non esistono più. Stiamo
dimenticando la nostra "storia". Tutto ciò è un bene? Ciò che eravamo,
ciò che siamo diventati grazie a un progresso troppo veloce. Questo spettacolo
ci ha dato la possibilità di emozionarci ancora. Di rivivere ricordi indelebili
incisi nel nostro cuore. Coreografie accompagnate da due voci stupende: Valeria
Belleudi e Francesco Capodacqua. Un applauso agli interpreti Lis: Tiziana De
Chiara, Luca Franceschini, Marco Gobbi, la coreografa Giovanna Rinaldi che ha
voluto il suo spettacolo in doppia lingua, Manolo Vacca e Carlo Wialletton. Un
doppio, triplo applauso ai ballerini che in soli 20 giorni hanno dovuto
imparare una lingua non parlata, una lingua in cui la magia della parola è
stata sostituita dalla magia che creano i movimenti delle nostre mani. Collaborazione
perfetta quella tra la cooperativa Cassiopea e Giovanna Rinaldi. Lo scorso
anno, sempre a Villa Adele, hanno presentato "La voce nel silenzio",
riempiendo Il teatro. Uno spettacolo dove emerge solo una parola: emozione. Perché
l'emozione è un qualcosa che viene da dentro. Concludo con una frase
estrapolata da un monologo messo in scena: "Basta una carezza o un abbraccio sincero e la
bellezza di una bella canzone per creare una bellissima emozione".
Barbara Balestrieri
Nessun commento:
Posta un commento