Il 24 luglio 2015 in scena lo spettacolo lirico-classico "Salomè,
ultimo atto", al teatro di Villa Adele in Anzio. Uno straordinario
Giuseppe Picone ha interpretato una meravigliosa Salomè. La leggiadria dei suoi
movimenti nel ballo, la bellezza del suo corpo scultoreo, il suo viso
espressivo, la leggerezza di un corpo armonioso quando volteggia in aria e che
dire del ballerino Oscar Valdes Carmenates che ha interpretato un favoloso
Giovanni Battista? Indimenticabile la scena in cui i due ballerini danzano.
Sembra di assistere al volo libero di due gabbiani. Sguardi che s'incontrano,
corpi che si sfiorano. Lei danza, lo sfiora con movimenti sinuosi, lenti,
sensuali, romantici, caldi. Le musiche si alternano, note dolci intervallate da
note amare, ritmi caldi, in sottofondo la canzone napoletana “I’te vurria vasà”.
Terzo ballerino Valerio Polverari: a lui la parte di Erode. A lui il compito di
interpretare questo personaggio biblico. Il “duro” Erode che si invaghisce di
Salomè. Passione, ardore, bramosia le caratteristiche di questo personaggio. I
suoi occhi mentre la guardano ballare, esprimono il desiderio di possederla. Salomè
vuole la testa di Giovanni, in un ballo incredibile, decisa ad ottenere la sua
testa, circuisce Erode. Lo seduce con gli occhi e con la grazia dei suoi
movimenti femminili, con la seduzione innata in una donna e questa danza ci
porta su un tappeto magico, ci fa volare in Oriente. Il ballo di Salomè. Il suo
corpo caldo, le sue forme perfette, il viso seducente. Straordinario in questa
scena Giuseppe Picone, quando con il solo sguardo girandosi prima verso
Giovanni e poi verso Erode gli ricorda la promessa fatta: “la sua testa”. La
parte lirica di questa opera meravigliosa scritta da Oscar Wilde è affidata a
due artiste: la soprano Hae Yung Hyun che interpreta la schiava, una voce
dolce, carezzevole mentre sveglia Salomè
e poi la unge e la veste prima che lei balli davanti a Erode, infine lei,
Erodiade, interpretata da Yasko Fujii; delicato il momento quando si rivolge a
Salomè e le sussurra riferendosi a Erode, “il mio sposo, il mio amore, la mia
speranza”. Alla fine Salomè ottiene ciò che vuole, la testa di Giovanni. Questa
scena è ispirata al Caravaggio, lei sorregge la sua testa e bacia in
quest’ultima danza la sua bocca. Si vede la disperazione di Erode, si sente il
suo dolore e alla fine Salomè morirà anche lei. Un ballo potente, sguardi di
fuoco, di rabbia, una musica di tamburi che portano lo spettatore nell’animo
dei due ballerini, che riescono a far ascoltare i loro battiti del cuore,
potenti forti. Arte barocca, musica lirica, danza classica e Caravaggio insieme:
cultura nella scultura. Complimenti ai tre ballerini straordinari sopra citati,
hanno creato una tale armonia tra di loro che la loro bravura nei passi a due
ci ha lasciato “senza fiato”. Complimenti a Paolo Andriotti e ad Antonella
Moles che con i loro strumenti (violoncello e cembalo) hanno accompagnato le
voci delle soprano. Applausi ad Anna Cuocolo, regista e coreografa di questa
opera nata da un progetto di Brunella Bellini e prodotta da D.d’Arte di
Francesca Barbi Marinetti. Altro applauso a Simona Crivellone e alla sua
associazione danza "Fuoricentro" che ha regalato all’entrata del
teatro lungo il viale delle coreografie dove delle piccole danzatrici
accoglievano gli ospiti, infine un grazie a Veronica D’Agostino, addetta stampa
dell’evento. Emozionante dalla prima all’ultima scena. Colori, musica, danza,
da Napoli siamo volati in Oriente: un viaggio stupendo e magico. Unico neo la
poca presenza di pubblico. A mio avviso questo spettacolo avrebbe dovuto essere
più pubblicizzato: vedere una stella danzare con una tale passione e che riesce
a trasmetterla al pubblico, non è cosa di tutti i giorni. Grazie Giuseppe
Picone per ciò che ci hai regalato stasera: Un’emozione grandissima.
Barbara Balestrieri
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