martedì 24 giugno 2008

Anzio: Miseria e Nobiltà (di M. Letizia Perrini)


“Miseria e Nobiltà”: quando il Teatro diventa palestra formativa ideale per i giovani. Quanto si è materializzato sul palco della scenografica Sala degli Specchi di Anzio ha dello stupefacente: il Paradiso sul Mare ha, infatti, funto da ricca cornice nella quale il pubblico ha avuto l’occasione di ammirare, domenica 8 Giugno, i giovani attori dell’associazione culturale “Polimnia”. Portata in scena è stata la più classica e la più nota tra le commedie napoletane: “Miseria e Nobiltà”, del famoso drammaturgo E. Scarpetta. Ambientata nell’ottocentesca capitale partenopea, pone argutamente in luce i vizi e le virtù dei popolani come degli aristocratici dell’epoca, il finto perbenismo come l’arrampicamento sociale dei protagonisti. Nella suddetta opera, di non semplice approccio come si potrebbe di primo acchito pensare, questi non esattamente neofiti del mondo teatrale (si ricordano tra gli altri i già interpretati “L’uomo, la bestia e la virtù” di L. Pirandello e “Rospacennere”, storia della gatta Cenerentola narrata in dialetto napoletano secentesco) hanno espressivamente recitato in dialetto napoletano, con destrezza notevole e naturale. Da quasi professionisti. Capitanati dal regista M. Spinocchio e da V. Locati co-regista, i ragazzi hanno saputo magistralmente intrattenere il pubblico con le facezie tipiche della commedia napoletana, rivisitate ad ogni modo da una verve a dir poco abbacinante, che ha lasciato a dir poco basiti gli astanti intervenuti per la prima volta, e peculiare, tuttavia, di quest’interessante combriccola. Il plauso del pubblico è stato caloroso come folta è stata la partecipazione, elementi quanto mai incoraggianti per gli attori, data la totale autarchia dell’associazione. Quest’ultima ha dovuto finora affrontare la totale assenza di una sala prove vera e propria finanche di un palco - condizioni essenziali perché uno spettacolo sia degnamente allestito e, nonostante ciò, il livello di questo in particolare è andato molto oltre- mancanza alla quale le famiglie dei ragazzi hanno supplito con la loro disponibilità (con tanto di messa a disposizione di salotti, soggiorni e seminterrati) quando anche chi poteva ha preferito non concedere un contributo concreto. Ciò dispiace ed amareggia, in quanto sembrerebbe imperante il concetto di “Teatro” quale mero e futile passatempo, non essendo –erroneamente- considerato il fondamentale e decisivo fattore formativo, concernente la crescita personale, culturale ed artistica del giovane che si appresta a debuttare in società. Aspetto ampiamente dimostrato e confermato quella sera. Oltremodo gradita è stata dunque la partecipazione del primo cittadino di Nettuno, A. Chiavetta, al quale i ragazzi come il resto della cittadinanza auspicano di eseguire un vigoroso, pragmatico potenziamento delle strutture con intenti di promozione culturale del territorio, magari la creazione di nuove (come ad esempio un teatro comunale) al fine di offrire a questi come a tanti altri ragazzi la ghiotta occasione per poter esprimere il proprio estro e conferire così il maggior lustro possibile ad un Comune così pregno di fermento artistico. Del quale questi giovani attori – un giorno professionisti, chissà!- hanno dimostrato di essere promettente parte integrante.

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