domenica 23 febbraio 2014

Lettera di una mamma di Anzio preoccupata...



Dai giornali locali finalmente si è capito chi tiene alla sicurezza fisica dei ragazzi e dei cittadini portodanzesi che praticano sport. Finalmente si comincia a parlare di rispetto delle regole e delle normative nazionali e regionali. Finalmente qualcosa potrà cambiare prima che ci scappi il morto. O così dovrebbe essere. O potrebbe essere. Molti studi hanno dimostrato l’importanza dello sport nel contrasto all’emarginazione sociale. Lo sport è garanzia di reinserimento dei ragazzi socialmente isolati o dei disabili. Tanti i vantaggi. Ma…c’è sempre un ma in tutte le storie di Anzio. Mi chiedo e vi chiedo: ad oggi, gli impianti sportivi comunali di Anzio sono tutti a norma? Ad oggi, gli impianti sportivi comunali di Anzio rispettano le normative sulla sicurezza? Ad oggi, rispettano anche le normative per i diversamente abili? Proviamo un giorno ad entrare in un impianto sportivo comunale e guardiamoci intorno. Osserviamo e pensiamo, in fondo ci vuole solo il buon senso, proprio come si fa a casa nostra alla presenza di un bambino. Così sono ritornata allo Stadio Comunale “Bruschini”. In questo impianto sportivo comunale convivono due realtà sportive: l’ASD Anziolavinio che gestisce il campo di calcio e le tribune, l’ASD Atletica Anzio che gestisce la pista di atletica. E’ noto a tutti che negli anni sono stati fatti lavori urgenti d’ammodernamento dell’impianto di competenza dell’ASD Anziolavinio:
  • 2004 - contributo regionale di 300.000 euro per l’impianto d’illuminazione;
  • 2006 - lavori urgenti, per adeguarsi alla normativa della FIGC, per creare lo spazio degli ospiti a seguito della promozione in serie D, spesa fronteggiata prelevando l’importo necessario dal bilancio comunale 2006;
  • 2013 - richiesta di finanziamento regionale per la posa in opera del manto in erba sintetica.
Dall’altra parte, non è mai stato fatto un lavoro di ristrutturazione della pista d’atletica. Esiste, tra il 2003 e il 2014, una sola delibera approvata con il fine di richiedere un finanziamento regionale per ristrutturare completamente la pista ma tale richiesta non è mai partita anzi, le è stata forse preferita il già pluri-ristrutturato impianto comunale “Villa Claudia” gestito dalla GSD Falasche (richiesta ammessa ma non finanziabile). Nel sopralluogo mattutino, per entrare nello stadio ho utilizzato la pedana per disabili, ho varcato il cancello e mi sono fermata all’ingresso. E’ lo stesso percorso che farebbe un ospite sulla carrozzina. Io che cammino sulle mie gambe potrei andare a sedermi sulle tribune dell’ASD Anziolavinio, la carrozzina si fermerebbe lì all’ingresso, su un mattonato, perché l’ingresso alle tribune presenta un muretto di circa 30 cm. privo di scivolo e il cancello si apre verso il campo. Vabbè, potrebbe considerarsi un fortunato, vede la partita direttamente dalla pista! Il bar che si apre all’interno della tribuna, per lui è un miraggio a meno che qualcuno non gli faccia la cortesia di fare la fila al posto suo. Vabbè, nel caso si porterà qualcosa da casa! E il bagno è accessibile? Mamma mia, che fatica essere un disabile appassionato di sport. Adesso pensiamo ai ragazzini che si allenano sulla pista d’atletica il pomeriggio. Sto sempre ferma lì all’ingresso, dove partono i cento metri. Lascio stare la condizione indegna del manto, visibile addirittura da "Google Earth", in cui chiunque potrebbe inciampare e rompersi una caviglia, e mentre guardo oltre penso che l’Amministrazione ha abbandonato i bambini che praticano atletica. Volgendo lo sguardo alla mia destra trovo altre cose che non vanno. Il bar gestito dall’ASD Anziolavinio e il suo marciapiede immediatamente a ridosso del bordo pista. I pali di metallo a sostegno della recinzione rigida della tribuna che hanno la base nel tappetino verde di circa 150 cm. tra la pista e la recinzione. Se inciampasse un ragazzino, mentre corre potrebbe sfracellarsi la testa su uno di quei pali. Sono catastrofista? Sono paranoica? Chi ha dato all’ASD Anziolavinio il permesso di costruire sulla pista d’atletica? Chi ha dato il nulla osta all’ASD Anziolavinio per la sicurezza dopo aver visto la disposizione dei pali e il marciapiede sulla pista di atletica? Ricordate Alessandro Bini? Ecco uno stralcio del racconto della mamma: …dopo 10 minuti per effetto di un rinvio, il pallone si diresse verso la fascia destra del campo e Ale indietreggiando con gli occhi rivolti verso il pallone in aria, girò il corpo per prendere potenza con la netta intenzione di rimetterlo in gioco di testa, ma stranamente lo vidi sollevarsi da terra, portare le mani sul petto, girare due volte su se stesso e cadere a terra di peso. Il dottore, entrambi i dirigenti corsero verso di lui, mentre io urlavo: “ Correte…. Questa volta si è fatto male veramente!” Anche il dottore urlava: “Chiamate un’ambulanza, Eliambulanza subitoooo.”. Dagli spalti vedevo solo un gruppo di persone agitate intorno al mio bambino, poi ho visto Claudio entrare in campo in una corsa disperata e volevo andare giù anche io ma mi trattenevano. Un genitore, vista la mia insistenza, e la disperazione mi prese e correndo mi ha accompagnò in campo mi avvicinai al mio Alessandro e…… ho capito………. Ale aveva colpito con il torace, all’altezza del cuore, un rubinetto che permette l’apertura e la chiusura dell’acqua per l’irrigazione del campo che era posizionato a pochi cm dalla linea laterale poggiato su un rudimentale impianto ad un’altezza di circa 1 metro e mezzo. Claudio urlava, il dottore e il dirigente cercavano di rianimarlo, supplicavo che sarebbe arrivata l’ambulanza e invece arrivò la polizia, poi finalmente il 118 arrivò. Gli addetti lo hanno portato velocemente sull’ambulanza e a nulla sono valse le mie richieste di poter salire con loro, vicina al mio ragazzo, non è stato possibile. Al seguito dell’ambulanza che trasportava Ale al pronto soccorso, c’eravamo Claudio ed io, in quel momento divisi, portati su due diverse auto della polizia che ci accompagnavano all’ospedale….Dopo questo incidente mortale la Regione Lazio ha introdotto i fondi per la sicurezza nello sport. Cosa vogliamo fare noi mamme? Aspettiamo che accada qualcosa ai nostri figli prima di mobilitarci o pensiamo “tanto non capiterà a me”?
Tanya Medina

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