Il gatto con gli stivali è una fiaba popolare europea. La sua prima versione scritta si deve a Giovanni Francesco Straparola, che la incluse nelle sue “Piacevoli notti” con il titolo di Costantino Fortunato; è incerto se Straparola abbia inventato la fiaba o abbia semplicemente trascritto un racconto della tradizione orale. Un secolo più tardi, vide la luce la versione di Giambattista Basile. Celebri divennero anche le versioni create da Carlo Perrault e dai Fratelli Grimm. Il gatto dagli stivali è una traduzione differente del titolo della fiaba “Le chat botté” di Perrault. In uso perlopiù nel primo 900, è stato soppiantata da “Il gatto con gli stivali”, introdotta dalla compagnia marionettistica Carlo Colla e figli. Giovedì 24 giugno questa favola è stata adattata da Simona Crivellone nello spettacolo di Villa Adele: Una bella fioraia aveva tre figlie (Emma, Clara e Clotilde) che, invece di aiutarla in negozio, giocavano con la gatta creando scompiglio. Un giorno la mamma, prima di morire, disse alle figlie che stava per dividere quello che possedeva: a Clara io negozio, a Clotilde i fiori ed a Emma la gatta che amava tanto. Emma è triste e delusa: cosa se ne fa di un gatto? Sconsolata, si mette a pensare il da farsi, quando la gatta gli dice di non preoccuparsi: faranno fortuna insieme. Così, il felino si mette all'opera facendosi procurare un cappello piumato ed un paio di stivali, riuscendo ad introdursi nel castello dell’orco con altri felini. La gatta si presenta al suo cospetto e gli chiede se è veramente potente come dice di essere, visto che quasi nessuno gli crede. Per tutta risposta, l'orco si trasforma prima in un feroce leone che terrorizza la gatta, poi torna umano. La gatta si finge sorpresa e gli chiede, scetticamente, se può trasformarsi in qualcosa di più piccolo: l'orco subito si trasforma in un topolino... per essere così mangiato tranquillamente dalla gatta! Furono, infine, liberati tutti gli animali prigionieri dell’orco ed insieme organizzarono una grande festa. La gatta divenne la consigliera fidata di Emma ed i giorni che seguirono furono lieti e fortunati, perché abilità ed intelligenza valsero più di una ricca eredità. Lo spettacolo ha permesso l’esibizione delle allieve dell’Associazione Danza “Fuoricentro” di Nettuno: Cristina Cazzetta (la gatta), Federica Calascibetta (la mamma), Valentina De Angelis (Emma), Federica Leone (Clara), Pamela Ruggeri (Clotilde), Aldo Ferraro (l’orco), Sara Accetto, Lucrezia Addolorato, Flavia Armillei, Valentina Barrile, Alessandra Basile, Syria Beneduce, Ester Blasi, Annamaria Boni, Siria Calabrese, Virginia Calascibetta, Francesca Campagna, Martina Cittadini, Bianca Corsi, Rachele De Caneva, Daniela e Maria De Francesco, Aurora e Lucrezia De Santis, Chiara Domizi, Francesca Eufemi, Irene Federici, Claudia Frezza, Victoria Frizzarin, Eliana Gallina, Monia Giusti, Giulia Lamberti, Alice
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