Il TAR di Latina, il 27 Febbraio 2007, come chiesto dalla Provincia, annulla le delibere con le quali i comuni di Aprilia, Cori ed Amaseno, non avevano approvato il contratto con il gestore ATO4. La sentenza anche se favorevole a Cusani, apre ancora uno squarcio sulle procedure e sui poteri dei consigli comunali. I giudici riconoscono ai consigli comunali il potere di approvare o non approvare il contratto con il gestore. E’ chiaro che questa parte della sentenza è rischiosa per il prosieguo della gestione in ATO4. Questa volta è Acqualatina che parte per prima. Si rivolge al Consiglio di Stato e chiede che sia rivista la sentenza del TAR, nella parte in cui riconosce poteri sull’acqua ai consigli comunali. Ancora una volta contro il comune di Aprilia, Cori, Amareno ed Anzio a sostegno delle tesi di Acqualatina, si costituisce la provincia di Latina ed i comuni di Fondi e Minturno. La regione, chiamata in causa dalla provincia, interviene nel ricorso e ripresenta il ruolo e le prerogative che hanno i comuni, sostenendo che la provincia non può agire per conto di tutto l’ATO contro i comuni. Il Consiglio di Stato, l’8 settembre 2008, dichiara inammissibile l’originario ricorso fatto dalla provincia contro i comuni. Cori ed Amaseno vincono subito, per Aprilia c’è da aspettare. Per un errore “tecnico” di mancata notifica, guarda caso, fatto dalla provincia verso il comune di Aprilia, l’udienza decisiva slitta al prossimo 13 gennaio. Il sindaco di Aprilia vuole darcela a bere, e per non avere rogne dai cittadini, incarica l’eccellente prof. avv. dott. Pascone di difendere il comune contro la cordata Acqualatina, provincia di Latina, comuni di Fondi e di Minturno. Il prof. avv. presenta uno scritto difensivo di una pagina e mezza. Parla di un ricorso al TAR fatto dal comune di Latina (?) e di una mancata notifica verso… il comune di Latina (?). Insomma c’è confusione tra Aprilia e Latina. Forse, il professore non riesce a reggere il carico di consulente legale di entrambi i comuni! Nel frattempo il presidente Cusani, non resta a guardare. Alla conferenza dell’ATO4 del 22 Dicembre tra le altre delibere “imbarazzanti” da far votare ai sindaci, né ha preparata una “ad hoc” per imporre e continuare, la sua guerra sull’acqua contro di tutti. In pratica scrive Cusani, (Presidente della Provincia di Latina) o forse per lui il suo legale, che la sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto l’appello di Acqualatina è sbagliata! Chiede quindi alla conferenza dei sindaci di sostenerlo nella battaglia e dichiarare che ho fatto il suo dovere agendo legalmente contro i comuni di Aprilia, Cori, Amaseno, Bassiano, Anzio, Formia, contro la regione e contro i consorzi di bonifica! Questo per “salvare” ben 22 cause fatte dal suo legale, (suo genero) che rischiano di naufragare sull’acqua se ci sì “accontenta” delle decisioni del Consiglio di Stato. Evidentemente il presidente Cusani non è sprovveduto, e cerca di presentarsi con le carte giuste il 13 gennaio dinanzi al Consiglio di Stato, quando si deciderà sull’appello fatto da Acqualatina contro il comune di Aprilia. Appello già respinto su analoga vicenda contro Cori e Amaseno. In più se i sindaci votano la delibera “salvaricorsi” di Cusani, automaticamente autorizzano il Presidente a fare ricorsi sull’acqua contro i comuni stessi che costituiscono l’ATO4! Ambito idrico ottimale al quale la provincia di Latina NON APPARTIENE, tanto è che Cusani NON HA DIRITTO DI VOTO in conferenza dei sindaci! Il 22 dicembre 2008 è arrivato un amaro Natale per i cittadini dell’ATO4, in conferenza dei sindaci con l’astensione strumentale e colpevole (.. per non far mancare il numero legale) del comune di Aprilia, la provincia ha ottenuto il mandato per fare ricorso contro lo stesso comune di Aprilia che al Consiglio di Stato aveva già la strada spianata per vincere! Un sindaco veramente da vergogna che pur di obbedire alle sue logiche di schieramento VUOLE CHE IL COMUNE PERDA IL RICORSO! Se non ciò non bastasse in conferenza il sindaco (rappresentato dall’assessore Forcina dell’Italia dei valori) ha anche approvato il pericoloso mutuo con la DEPFA bank. Forcina strumentalmente ha giustificato il voto dicendo che Acqualatina metterà così i soldi per le borgate. Niente di più sbagliato, perché nel piano degli interventi non c’è un euro per i depuratori per le borgate e non ci sono lavori risolutivi per la situazione igienica-sanitaria delle borgate. L’assessore Forcina fa finta di non capire che i soldi per sostenere il mutuo rischiosissimo con la DEPFA bank, li devono mettere i cittadini e non Acqualatina. NON dice alle borgate che già 70 milioni sui 114,5 previsti se non sono andati per ripianare vecchi debiti della società. Quelli che restano serviranno a sostenere la gestione corrente, e solo per circa 30 milioni serviranno a finanziare TUTTE le OPERE per l’ATO4. Il Sindaco ed assessore di Aprilia si sono voluti nascondere STRUMENTALMENTE dietro le legittime attese dei cittadini delle borgate per approvare supinamente l’ordine venuto da Latina! Il loro scopo è di fiaccare la capacità dei cittadini di agire indipendentemente da chi li rappresenta. Un’azione fatta secondo le norme in vigore, nell’interesse generale, sganciati dalla compiacenza di accordi politici. Chiaramente se i cittadini riuscissero nel loro intento si metterebbe in crisi quella tipologia di classe politica, che sempre più spesso confonde l’interesse generale con l’interesse di schieramento e di alleanza. Tanti sono purtroppo quelli come il sindaco Santangelo che non vogliono che la città sia protagonista di una “primavera” che potrebbe conteggiare tantissime altre comunità; tanti sono quelli che vorrebbero continuare a gestire la cosa pubblica senza l’”ingerenza” dei cittadini. Tanti sono quelli che li vorrebbero tra i piedi solo nella cabina elettorale, perché hanno paura che è la gente capisca che è fuori della cabina elettorale che si esercita la vera democrazia. Una cosa è certa con il sindaco Santangelo che fa la presenza e poi scappa lasciando il cerino del mutuo all’assessore Forcina dell’Italia dei Valori (che valori) svendendo i cittadini dell’ATO4 per questo signore. L’unico il valore da difendere e uno solo è la poltrona o altre promesse, dimenticandosi anche che il suo presidente (Di Pietro) a livello nazionale non c’è e non corre buon sangue con Forza Italia. Oggi l’unica cosa è che gli amministratori delle città interessate se vogliono difendere veramente il sacrosanto diritto dell’acqua pubblica non c’è che portare in consiglio comunale (autorità preposta) e non i sindaci, affinché non ratifichino quanto deliberato nella conferenza dei sindaci del 22 dicembre 2008. Altrimenti con il solo silenzio, fanno capire la vera omertà di allinearsi con i partiti e non con i cittadini. E’ inutile che gli Amministratori di Anzio e Nettuno ed di altri comuni aderenti all’ATO4 facciano gli scaricabarili dicendo che loro non erano d’accordo o loro non erano presenti e poi non muovono un dito. Ciò non basta.
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